Commento al film "fino all'osso" per la conferenza su anoressia bulimia e disturbi alimentari tenuta il 25/2/25 nella biblioteca Guerrazzi a genova
- Maurizio Silvestri
- 23 feb
- Tempo di lettura: 17 min

Nel seguente articolo vi propongo una chiave di lettura per poter leggere il film e comprendere a mio parere il perché del suo titolo originale in inglese ovvero:
"To the born.
don't to fade away."
La traduzione in italiano è la seguente "Ai nati. Non svanire." Nella locandina originale è è stata scelto di proporre l'immagine di lei mezza reale e mezza disegnata.. come se la parte disegnata avesse a che fare con ciò che è legato svanimento. In questo articolo vedremo meglio come questa scelta sia legata al messaggio profondo veicolato dal film.
Il film viene proposto in italiano con un titolo differente "fino all'osso" - riprendendo la metafora utilizzata dalla protagonista del circondare con indice e pollice il bicipite per potersi toccare arrivando fino all'osso. Abbiamo un film particolare in cui l'intento della regista che è una persona che racconta la sua avventura anoressica attraverso un interprete che è stata anoressica a sua volta con persone che recitano che hanno disturbi alimentari reali va ad esprimere qualcosa di estremamente importante rispetto alla patologia dell'anoressia e dei disturbi alimentari. Per questo motivo ho utilizzato il film per approfondire il tema sui disturbi alimentari. Potremmo iniziare ad affrontare questo tema facendoci. una domanda molto generica e generale entrando sempre più nello specifico di questo film che vi consiglio di vedere prima di leggere l'articolo o di leggere questo articolo sino al punto in cui vi dico di saltare le parti che vi rovinerebbero la sorpresa del finale.
Potremo iniziare questo articolo con una domanda:
Perché vedere "fino all'osso":
1) persaperne di più su una patologia che in Italia affligge circa tre milioni e mezzo di persone, con ottomila casi nuovi e tremila vittime circa all’anno
2) per conoscere meglio anoressia in modo particolare su questi aspetti:
La conoscenza e il conteggio delle calorie ingerite o ingeribili;
La smania di correre per smaltire (anche al chiuso, nella propria stanza) o di fare gli addominali di nascosto (anche a letto) procurandosi dei lividi sulla spina dorsale;
Nascondere il vomito in una busta sotto al letto.
3) L’importanza di chiedere aiuto
Il film dà un importante monito: per curare la malattia è necessario chiedere aiuto e, soprattutto, accettare tale aiuto.
4) il film trasmette concetto importante rispetto alla patologia della anoressia: la guarigione si sceglie ogni giorno. Ogni giorno si può far qualcosa per invertire la rotta. Piccoli passi ma quotidianamente, senza fermarsi.

Ora entrerei nel merito del film e farei un commento articolato al film per vedere nel dettaglio come ci può aiutare per comprendere meglio il fenomeno dei disturbi alimentari.
Ieri ho rivisto per la seconda volta il film "fino all'osso" devo dire che nella seconda visione ho colto tantissimi dettagli che nella prima mi erano sfuggiti. Essendo un film povero di dialoghi costellato da situazioni che non vengono spiegate ma trasmesse soprattutto attraverso le immagini.. è importante poter commentare quello che si vede alla luce anche della patologia anoressica. Ad esempio ci sono tantissime situazioni in cui la protagonista mente e che rivelano una modalità celata e nascosta di portare avanti il sintomo rispetto a tutti coloro che la circondano. Le pratiche legate alla patologia vengono così svelate anche nella loro bugia.. e copertura che Chi è affetto da anoressia utilizza ampiamente per portare avanti le modalità legate al dimagrimento e alle loro compulsioni. Una di queste ad esempio è l'utilizzo del poter vomitare e del poter usare lassativi per dimagrire. Ogni volta che la protagonista vomita lo fa di nascosto e ogni volta che le chiedono cosa sta facendo trovandola un minuto dopo per esempio se si sciacqua la bocca con l'acqua dice semplicemente che aveva sete. Tutto il lato compulsivo del fare movimento per consumare le calorie è mascherato costantemente dal bisogno di fare qualcosa di prendere aria ma mai esplicitato come tale. Inoltre durante tutto il percorso che la protagonista fa nelle varie cliniche emerge come il suo desiderio di uscire dalla malattia sia inesistente, anzi nei suoi modi appaiono lati provocatori che tendono a far fallire tutte le forme di aiuto che vengono presentate come una via d'uscita dalla anoressia. Bravissime anche le attrici improvvisate del film che come scritto nel film sono persone affette da disturbi alimentari che si sono prestate a fare recitazione. Emerge così una sorta di verità legata a questi disturbi che non è detta ma è agitata le stesse interpreti affette da disturbi mostrano nella loro modalità di rapporto con il corpo e con gli altri la loro problematica e le loro difficoltà in modo genuino diretto veritiero e semplice semplicemente mostrandosi come sono. Anche la pratica descritta del mangiare e sputare che è emersa negli ultimi dieci anni come pratica condivisa legata all'anoressia è mostrata al ristorante in cui la protagonista esegue tutto questo con naturalezza. Una pratica rischiosa è molto dannosa dato che le persone che mangiano e sputano il cibo per la paura di ingerirlo per le calorie hanno poi difficoltà legate alla creazione dei succhi gastrici dunque danni allo stomaco e molte volte se la pratica è accompagnata dal vomito danni alle corde vocali. Rispetto alle altre persone che si trovano nella clinica si mostrano tutta una serie di pratiche sintomatiche legate all'alimentazione l'uso della pratica del vomitare per liberarsi dal cibo sia nell'anoressia che nella bulimia, quello che succede nella alimentazione forzata, il calcolo ossessivo delle calorie per ogni cibo ingerito, il bisogno costante di consumare più di quanto si introduce dal punto di vista calorico nel proprio organismo attraverso le modalità compulsive legate allo sport e alla affaticamento. Nel film c'è anche l'occasione di vedere alcuni tratti caratteristici come per esempio il rapporto con la sessualità, la voglia di scomparire, ovvero di non essere visibili sia come soggetti ma soprattutto come persone sessuate. Questa cosa si mostra bene sia nelle donne con la rinuncia ai tratti legati alla sessualità come le forme ma anche con l'amenorrea. Il rapporto col desiderio diviene un elemento fondamentale per comprendere le dinamiche anoressiche. È un desiderio di sentirsi bene ma attraverso le modalità compulsive della malattia.. ad esempio levarsi quella sensazione di gonfiore e quel senso di rifiuto attraverso il digiuno o le pratiche legate ai sintomi alimentari. Il sesso è visto come qualcosa di sgradevole da rifiutare come il piacere legato al cibo. Si mostra bene come il desiderio di mangiare e di sentire sapori che piacciono sia continuamente represso dalla paura di non riuscire a controllare la propria fame irrefrenabile. La paura vince così ogni volta che si tratta di soddisfare un piacere arrivando ad una rinuncia compulsiva a un allontanamento da ciò che può provocare piacere. La terapia dunque deve trovare una via per innescarsi tra questo volersi sentire vivi e poter vivere. Per sentirsi vivi le compulsioni offrono una via patologica di soddisfacimento che va ad entrare in conflitto con il poter vivere. Questo rapporto conflittuale si vede benissimo con una ragazza che rimane incinta avendo un disturbo di anoressia. Aveva la memoria e dunque ha fatto sesso pensando di non rimanere incinta ma proprio quella volta ha avuto il bambino. Il desiderio era quello di dare la vita di occuparsi di qualcuno al di là delle proprie ossessioni ovvero di diventare mamma con tutta la difficoltà e la conflittualità legata a questo aspetto del poter nutrire e del essere una buona madre. Le ragazze vedono questo avvenimento come una possibilità una gioia un riscatto rispetto alla vita. Quando arriva al terzo mese decide di dare il nome al bambino e di festeggiare con le compagne. La sera però presa dai rimorsi di quello che aveva mangiato va in bagno a vomitare e perde il bambino per lo sforzo dato dalla pratica utilizzata per alleggerirsi. Questa perdita mostra bene il paradosso della anoressia con la vita. Da un lato c'è il desiderio di essere perfetti di diventare perfette dal punto di vista estetico con i canoni anoressici si vorrebbe essere una madre perfetta si vorrebbe avere tutto sotto controllo. Dall'altro poi c'è il versante che subentra se rispetta la paura e alla mancanza di questo controllo e dunque tutto il piano compulsivo che subentra per annullare quello che è la paura ovvero la dimensione del poter perdere la propria stabilità ingrassando. Vincono così tutte le pratiche legate alla compulsività che vanno nella direzione del dimagrimento e del disturbo alimentare. Questo tipo di logica la possiamo utilizzare a rovescio anche nella bulimia. Nella bulimia abbiamo il problema di doversi sentire pieni a tutti i costi e di non riuscire a compensare questo vuoto con le abbuffate costanti e continue e compulsive. Nel discorso fatto rispetto alla sessualità emerge tutta la problematica di potersi accettare e di poter accettare gli altri nella loro naturalità. Il corpo viene privato di aspetti Vitali anche quello sessuale. L'amore viene visto come un problema irrisolvibile le persone che si amano sono viste come egoisti che vedono solo se stessi e il fatto di dare amore una sorta di riempimento che queste persone hanno di un loro vuoto emotivo fine ad un egoismo smisurato. Questa è la descrizione data dalla protagonista dell'amore. Una descrizione che vuole annullare tutta la dimensione dell'altruismo e del dono e del bene legato all'amore. In questo senso l'anoressia si trova in una sorta di scacco in una sorta di difficoltà non riesce a voler bene a se stessa non riesce ad accettare il suo corpo e vive in un costante rifiuto di ciò che è appagante è bello legato ad ciò che si presenta come soddisfacente. In questa terribile insoddisfazione si annida il sintomo della rinuncia alimentare. Come dice la protagonista in un passaggio del film è dispiaciuta di non essere più una persona ma di essere diventata solo un problema per le persone che ama. Si vede così Un degrado di quello che è il clima che circonda questa ragazza. La preoccupazione i sensi di colpa e l'impotenza legati alla malattia diventano elementi che colpiscono le persone care che circondano la ragazza. I vari personaggi che in questo caso sono soprattutto madri si avvitano sul loro stessi cercando di dare consigli e potrebbero andare bene a loro per uscire dalla anoressia. In questa unica seduta di gruppo familiare sono tutte donne c'è la sorellastra, la matrigna la madre e la nuova compagna lesbica della mamma. Il grande assente di tutto il film è la figura paterna. Il padre non si vedrà mai dall'inizio alla fine del film, tranne che in un fotogramma molto veloce in cui si ritrae il padre vicino alla matrigna visto in una foto di sfuggita. Il padre non dà un parere non dà un supporto non dà la sua presenza. Le figure femminili cercano di giustificare in vari modi questa assenza ma in maniera sempre parziale e precaria. La difficoltà della ragazza rispetto all'altro sesso emerge in modo forte con le figure maschili del film ovvero con il terapeuta e con il ragazzo che la ama. I rapporti con queste figure sono connotati da svalutazione, tende a svilirli a demolirli a mostrarli come egoisti e occupati solo della loro immagine maschile, figure lontane e rifiutate, da cui non vuole niente, e con cui mostra un rapporto ambivalente, da un lato le piace che possano interessarsi a lei, dall'altro li smonta li attacca li svilisce mostrando che tutti i loro tentativi di aiutarla finiranno in un grande fallimento. Potremmo vedere questo come un transfert ovvero come il trasferimento del suo rapporto paterno con il rapporto con altre figure maschili di riferimento. Questo atteggiamento emerge anche nei rapporti con tutti coloro che si vogliono occupare di lei e che cercano di farla uscire dalla sua dimensione anoressica. Questo suo procedere nella sua marcia verso il dimagrimento per poter toccare l'indice e il pollice circondando il suo bicipite.. diventa l'ossessione di questa ragazza che è ripetutamente misura la propria circonferenza del braccio volendo arrivare appunto all'osso. Addirittura nella prima clinica fa una scommessa con una ragazza all'interno dicendo che troverà il sistema di farsi di mettere forzatamente vincerà una stecca di sigarette rispetto a questa scommessa. Interessante la modalità che viene utilizzata dalla protagonista per creare questa situazione. Viene descritta da una ragazza anoressica la situazione del suggerimento dei mass media di abbinare le cose buone Al grasso mostrando donne in carne tristi che fanno vedere torte e il lato di rinunciare alle cose grasse per diventare piacevoli e belle mostrando donne magre e sorridenti che usano prodotti dimagranti. Di fronte a questa constatazione la protagonista aggredisce la ragazza anoressica dicendole che è troppo facile dare la colpa a un esterno di quello che lei sta facendo dentro di sé ovvero che a lei piace in realtà dimagrire.. è che questo tipo di discorso è solo quello di riuscire a fare la vittima senza tirare fuori le palle. Quando la terapeuta chiede alla ragazza di chiedere scusa alla sua amica lei fa vedere una scritta dove c'è scritto "succhiami le mie palle molle". È come se avesse detto che questa ragazza non ha le palle cercando scuse rispetto alla sua anoressia. La stessa frase viene ripetuta dalla protagonista quando si tratta di rispondere al terapeuta. Il terapeuta le dice che non potrà guarire se lei non ci metterà la volontà di farlo e questa volontà di farlo è fondamentale per poter uscire dal suo disagio e può metterla solo lei.
Lei allora dice al terapeuta mi sta semplicemente dicendo che per uscire da questa malattia avere devo tirare fuori semplicemente le palle. Di fronte a questa esortazione aggredisce il terapeuta e gli dice che lui è un fallito. Questo mostra che la modalità utilizzata è quella di colpire il lato della potenza. Ridurre l'altro l'impotenza sembra essere la modalità anoressica di questa ragazza. Questa impotenza viene mostrata anche nei suoi disegni. Disegni che porteranno ad essere famosa in Instagram. Seguita da tantissimi ragazzi con problemi alimentari tende a fare di questa immagine anoressica una moda.
La stessa copertina del film proposta dalla regista mostra l'interprete principale con una parte di corpo disegnata e la testa reale. La parte disegnata è legata alla sparizione, a diventare solo un'immagine bidimensionale una immagine senza corpo come l'anoressia aspira ad essere. Questa spinta verso La sparizione attraverso il disegno è l'arte con cui lei esprime se stessa qualcosa che ha dentro, portare le persone verso questa astrazione verso questo desiderio di svanire diviene una forma d'arte, coltivata con i suoi disegni. Sarà così emulata da tantissimi ragazzi che vedono in questa forma di sparizione una sorta di elogio alla anoressia e di raggiungimento della perfezione.
Una ragazza fans dei suoi disegni che soffre di anoressia viene a suicidarsi che si taglia le vene lascia il suo ultimo biglietto a lei ringraziandola di averle fatto trovare la via per uscire dalle sue sofferenze. Carica di sensi di colpa per aver portato ad uccidersi una ragazza, deciderà di non disegnare più. Il suo effetto di svanimento la sua voglia di colpire l'altro nel suo attaccamento alla vita si concretizza con questa situazione legata alla morte della ragazza. Ricorda però anche il passaggio dalla vita alla morte.. il bambino non nato.. mostra lo stesso passaggio. Questo spiega però anche la sua capacità di colpire gli altri nella sua parte Vitale e riuscire a vedere nell'impotenza della vita la sua forza. Così la protagonista quando riesce a far sentire l'altro impotente rispetto alla vita è come se riuscisse a realizzare qualcosa di forte dentro di lei che esprime questo desiderio di far sparire.
Nella sua modalità provocatoria in cui riduce l'altro all'impotenza rispetto a salvarla sente una sorta di soddisfazione intima e profonda.
Il punto è riuscire a fare di questa impotenza dell'altro una sorta di virtù personale come è riuscita a farlo con la sua arte e con il suo disegno. Questo rende la ragazza provocatoria capace di colpire l'altro nelle sue debolezze per farlo sentire impotente sì no ad utilizzare la propria anoressia come strumento per rendere impotente l'altro di fronte alle offerte di aiuto e al suo operato. Questa passione che la rende è pericolosa rispetto alle altre persone anoressiche perché diventa provocatoria e trascina in basso tutti coloro che cercano una soluzione Vitale diventa una sorta di missione per la protagonista. I vari tentativi terapeutici messi in atto abbastanza improbabili ovvero invenzioni cinematografiche che non trovano corrispondenze reali come per esempio i premi o il cercare di mandare al diavolo la voce che hai dentro di te che ti dice di privarti e di non mangiare.. sono poi colpiti e Resi inefficaci.
Ed ora entriamo nella parte finale del film Una parte che se non avete visto il film potete saltare per evitare lo spoiler.
Durante il film viene citata una poesia che sarà una chiave per poter comprendere la fine del film.
La poesia è la seguente e viene citata in un momento particolare quello dove c'è la perdita del bambino e dove viene messo in gioco come il coraggio sia una modalità di andare al di là di quello che è ineluttabile in questa perdita ovvero in quello che non possiamo evitare rispetto a una perdita. In questo passaggio nodale possiamo comprendere anche il titolo del film in inglese "To the born. don't to fade away." La traduzione in italiano è la seguente "Ai nati. Non svanire." Il film viene proposto in italiano come fino all'osso - riprendendo la metafora del circuire con indice e pollice il bicipite per potersi toccare arrivando fino all'osso. L'intento della regista che ha anche una persona che racconta la sua avventura anoressica attraverso un interprete che è stata anoressica con persone che recitano che hanno disturbi alimentari. Quello che vi propongo è la comprensione di un passaggio per comprendere il film stesso.
È sicuramente un passaggio simbolico la perdita del bambino rappresenta la perdita della vita. Una metafora legata all'anoressia in cui il controllo totale delle calorie ed il limitare le calorie come fonte di vita.. va nella direzione di generare la morte.
Come si reagisce rispetto a questo ineluttabile rispetto a questa perdita diventa possibilità.. perché come viene detto nel film di fronte a ciò che non possiamo cambiare quello che potremmo fare noi e come reagiamo.. la poesia viene citata proprio subito dopo la morte del bambino ed è questa:
POEMA] Coraggio di Anne Sexton
Lo vediamo nelle piccole cose.
Il primo passo del bambino,
imponente come un terremoto.
La prima volta che hai guidato una bicicletta,
barcollando sul marciapiede.
La prima sculacciata quando il tuo cuore
è partito per un viaggio da solo.
Quando ti hanno chiamato piagnucolone
o povero o grasso o pazzo
e ti hanno trasformato in un alieno,
hai bevuto il loro acido
e lo hai nascosto.
Più tardi,
se hai affrontato la morte di bombe e proiettili
non lo hai fatto con uno stendardo,
lo hai fatto solo con un cappello per
coprire il tuo cuore.
Non hai accarezzato la debolezza dentro di te
anche se era lì.
Il tuo coraggio era un piccolo carbone
che continuavi a ingoiare.
Se il tuo amico ti ha salvato
ed è morto lui stesso nel farlo,
allora il suo coraggio non era coraggio,
era amore; amore semplice come il sapone da barba.
Più tardi,
se hai sopportato una grande disperazione,
allora l'hai fatto da solo,
ricevendo una trasfusione dal fuoco,
staccando le croste dal tuo cuore,
poi strizzandolo come una calza.
Poi, mio parente, hai spolverato il tuo dolore,
gli hai fatto un massaggio alla schiena
e poi lo hai coperto con una coperta
e dopo che ha dormito un po'
si è svegliato alle ali delle rose
ed è stato trasformato.
Più tardi,
quando affronti la vecchiaia e la sua naturale conclusione
il tuo coraggio sarà ancora mostrato nei piccoli modi,
ogni primavera sarà una spada che affilerai,
quelli che ami vivranno in una febbre d'amore,
e contratterai con il calendario
e all'ultimo momento
quando la morte apre la porta sul retro
indosserai le tue pantofole
e uscirai.
La poesia viene Letta sino al passaggio in cui dice:
"Il tuo coraggio è un piccolo Carbone."
Questo passo è molto importante perché è legato alla fine del film.. ed è il passo che determina l'uscita della protagonista della sua anoressia. Potremmo chiederci che cosa significa? In breve la ragazza arriva ad un certo punto a dover essere intubata sceglie di andare via dalla comunità e nel suo viaggio verso la sua madre biologica che sviene per mancanza di forze. Il suo voler controllare tutto è arrivato a un limite il corpo quando non risponde più mostra l'incontrollabile. In quei momenti si vede una luce che è la luce sfocata di una lampadina e alcune frasi che risuonano nella mente della ragazza prima di svenire tra cui la frase della sorella "se muori ti uccido". Si tratta dunque di un viaggio che ha come meta la morte. La madre ne accoglierla le dice che le rimane più poco. Disperata le esprime il suo desiderio di aiutarla, la sua compagna vorrebbe farle fare ippoterapia.. e dice che una persona interessata a questo tipo di terapia l'ha aiutata anche ad affrontare la situazione difficile dell'anoressia della figlia e le ha dato un consiglio che lei ha sentito come giusto la possibilità di poter dare alla figlia quello che non ha donato quando lei era piccola. Quando l'aspettava sentiva che sarebbe stata una figlia distante. Questa percezione si è avverata alla nascita con la sua depressione post partum. Non è stata in grado di allevarla di allattarla di darle quella cura materna legata al piacere della nutrizione. Dice che vorrebbe darglielo ora ha preparato per lei un biberon con dentro del latte di soia. Dice che potrebbe cullarla farla sentire accudita e le potrebbe dare da mangiare. È chiaro che questa madre vuole colmare il suo vuoto vuole colmare il suo senso di colpa nel non essere riuscita a dare questa parte fondamentale alla figlia legata al bisogno di nutrirsi e alla vicinanza che una madre può esprimere con l'amore donato alla figlia con l'atto di allattare. Un bisogno orale ma anche un bisogno a cui si appoggia il bisogno d'amore. Propone la figlia dunque una fase regressiva con cui colmare il suo vuoto ed uscire dal suo senso di colpa rispetto alla malattia della figlia. La figlia naturalmente non prende di buon grado questa cosa e dice che ci penserà. La madre allora esprime nei confronti della figlia un pensiero dice se tu hai scelto di voler morire io accetto la tua scelta anche se questa tua scelta mi fa stare molto male perché ti voglio bene. La mamma accetta dunque e non combatte più l'anoressia.. tele mostra un amore incondizionato che va al di là della sua scelta più estrema ovvero quella di lasciare tutto di lasciare la vita. Di fronte a questa ammissione della madre. Che potremmo vedere come un gesto d'amore incredibilmente grande legato alla volontà della figlia di non volerle più dare contro di non volerla più ostacolare ma di assecondarla anche se nella cosa più terribile che può fare la fila a questo punto sente questo distacco questa lontananza della madre e le chiede di starle vicino e di nutrirla. Ci sarà così la scena della nutrizione una scena che mostra una regressione ma una scena particolarmente toccante che mette in rilievo qualcosa che ha a che fare con una impossibilità quella nell'anoressia di poter sentire il piacere di nutrirsi e l'amore del nutrirsi da parte di chi la ama. Sembra a partire da qui che sia successo qualcosa ed è in effetti qualcosa è accaduto ma la reazione a tutto questo non è una reazione slegata all'anoressia ma che richiama fortemente la compulsione della sua malattia. Alla fine di questa azione la protagonista deve liberarsi dalle calorie che ha accumulato arrampicandosi su una montagna per smaltire tutto ciò che ha bevuto con quel latte.. è catturata dalla reazione anoressica. Cede alla sua compulsione di dover consumare tutto quello che ha dentro per poter andare avanti. Nel suo arrampicarsi arriva allo stremo delle sue forze e sviene. In questo momento combatte tra la vita e la morte tra il lasciarsi andare ad un sonno eterno rispetto a un reagire su un piano Vitale. Fa dei sogni che sono reali. In questi sogni ci sono tutta una serie di elementi simbolici legati alla natura. Lei vestita di bianco che cammina su un prato bellissimo lei che si avvicina all'albero con grandi radici che potrebbe rappresentare l'albero della vita. C'è la realizzazione in questo versante di alcuni desideri tra cui quello di avere una sorella. Vedrà questa sorella come una sorta di gemella seduta sul ramo di questo albero. Viene così rappresentato il tema del doppio. Questa gemella rappresenta la parte che può realizzare il desiderio Vitale lei stessa nella sua impotenza non è riuscita ad alimentare. Su questo albero si bacia con il ragazzo e si fa amare. Potremmo vedere questa gemella come la parte di lei in grado di accettare l'amore perché è già morta (essere sull'albero della vita significa essersi metaforicamente staccata dalla vita). A questo punto ci sara la frase del ragazzo che le dirà che la vita è da scegliere ogni volta.. e qui torniamo alla metafora del carboncino della poesia le porge questo pezzo di carbone che lei metterà in bocca. Questo Carbone rappresenta il coraggio.. lo possiamo vedere però come ciò che era vivo in precedenza come legno e che è diventato con la morte e con il tempo qualcosa di completamente diverso dal legno ovvero Carbone. Il carbone è la metafora della trasformazione di quello che è il lato vitale del coraggio quello che è la morte nella codardia. La poesia stessa ha a che fare con questo passaggio inizia con la nascita di un bambino e con i suoi primi passi mostrando con questi primi passi il suo primo grande coraggio. Piano piano si dovrà misurare con i rimproveri e con tutto ciò che blocca questo coraggio rappresentato come un veleno e poi come un Carbone. Dover ingerire questo veleno dover ingerire questa trasformazione dalla vita alla morte dal coraggio alla codardia mostra un destino che devitalizza la persona rendendola l'ombra di se stessa. Questa ombra di se stessa lei la vede letteralmente nella sua persona si vede dall'alto si vede come realmente è pelle e ossa sulla terra priva di vita. Finalmente vede se stessa e si capisce che in tutto il film non riusciva a vedersi per via del problema della dismomorfia. La sua immagine era alterata dal suo disturbo anoressico vedendosi sempre molto più grassa di quello che era. Si vede realmente per come è si vede morta tocca il fondo potremmo dire noi toccando la dimensione dell'impotenza per eccellenza quella della perdita della vita a questo punto può scegliere se lasciarsi andare nella morte oppure se una volta toccato il fondo può cominciare a risalire. Lei stessa fa questa scelta quando vede la bruttura di questa morte e la pochezza di questa impotenza realizzata. Finalmente si rompe l'incantesimo dell'anoressia.. la magrezza non è più associata alla bellezza ma a ciò che fa orrore. La scelta rispetto a quel carboncino è la scelta rispetto alla vita o alla morte. A quel punto ci voleva molto più coraggio a vivere che non a morire. E la spinta che la portava verso la morte nella perfezione della magrezza dell'osso viene a terminare. Staccarsi da quell'immagine orribile di lei morta per le ossa diventa la possibilità di affacciarsi alla vita e di uscire dalla sua anoressia. A questo punto il carboncino lei lo sputa nel suo sogno. Si risveglia così tossendo. Sente il suo cuore e sente che batte si rende conto di essere viva. Da quel momento fa i passaggi necessari per uscire dall'anoressia torna a casa perdona le due madri rispetto a quello che è stato nel passato.. decide di tornare alla clinica finalmente per uscire definitivamente dalla sua condizione anoressica. Questo film mostra come nell'anoressia è necessario fare una scelta per uscirne e farla ogni volta per la vita.
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