L'ombra di Caravaggio - una visione analitica
- Maurizio Silvestri
- 11 apr
- Tempo di lettura: 10 min

Il film L’ombra di Caravaggio (2022), diretto da Michele Placido, si ispira alla vita reale del pittore Michelangelo Merisi da Caravaggio, ma non è una ricostruzione storicamente precisa: è una rivisitazione romanzata e artistica della sua figura.
Cosa c’è di vero?
Caravaggio è realmente vissuto tra il 1571 e il 1610.
Era noto per il suo temperamento ribelle, la vita turbolenta, e per essere fuggitivo dopo aver ucciso un uomo.
Il suo rapporto con la Chiesa fu complicato: cercò la grazia papale per cancellare la condanna a morte.
Il contrasto tra la sua vita dissoluta e la profondità spirituale delle sue opere è un elemento reale.
Cosa c’è di inventato o romanzato?
"L’Ombra", il personaggio misterioso incaricato di indagare su Caravaggio, è un'invenzione narrativa.
Alcuni dialoghi, intrecci e personaggi sono frutto di licenza artistica, volti a rendere il film più drammatico e simbolico.
In sintesi, il film si ispira a eventi reali della vita di Caravaggio, ma prende molte libertà per costruire una narrazione cinematografica intensa e poetica.
Assolutamente, e questa è una chiave di lettura profondissima. Caravaggio, osservato attraverso la lente della psicoanalisi freudiana, incarna in modo quasi archetipico il conflitto tra Eros e Thanatos, Sacro e Profano, Luce e Ombra.
L'eredità Bibliografica del Caravaggio
Michelangelo Merisi da Caravaggio, noto semplicemente come Caravaggio (1571–1610), non lasciò diari, libri o scritti personali conosciuti. La sua eredità si basa quasi interamente sulle sue opere pittoriche e sui documenti storici legati alla sua vita turbolenta (processi, denunce, atti legali). Tuttavia, esistono numerosi studi e opere creative che esplorano la sua figura:
### 1. Fonti primarie (documenti storici)
- Archivi giudiziari: Registri delle sue numerose controversie legali (risse, omicidi, fughe) conservati a Roma, Napoli e Malta.
- Lettere occasionali: Alcune lettere, come quelle inviate al patrono Marchese Vincenzo Giustiniani, sopravvivono in forma frammentaria.
- Testimonianze contemporanee: Scrittori come Giovanni Pietro Bellori (*Le Vite de’ Pittori*, 1672) e Giovanni Baglione lo menzionano, sebbene con giudizi spesso critici.
### 2. Biografie e studi moderni
- "Caravaggio: Una vita sacra e profana" (Andrew Graham-Dixon, 2011): Analisi approfondita della vita e del contesto storico.
- "M: L'uomo della luce" (Peter Robb, 1998): Biografia avvincente che combina rigore storico e narrazione.
- "Caravaggio: The Complete Works" (Sebastian Schütze, 2009): Catalogo ragionato delle opere con analisi tecniche.
### 3. Romanzi e opere creative
- "Il romanzo di Caravaggio" (Domenico Rea, 1998): Interpretazione letteraria della sua vita.
- "La luce e la mela" (Vittorio Sgarbi, 2011): Miscellanea tra storia e riflessioni artistiche.
- Film: Caravaggio (1986) di Derek Jarman (visione poetica) e L'ombra del peccato (2022) (dramma storico).
### 4. Documentari e risorse online
- "Caravaggio: The Soul and the Blood" (2018, diretto da Jesus Garces Lambert).
- Mostre virtuali e database come quelli della Galleria Borghese o del MET, che approfondiscono le sue tecniche pittoriche.
In sintesi, non esistono diari o libri autografi di Caravaggio, ma la sua figura è stata ricostruita attraverso documenti d'archivio, opere accademiche e rielaborazioni artistiche. Per chi cerca un approccio narrativo, i romanzi e i film offrono interpretazioni suggestive del suo carattere ribelle e del genio artistico.
I dipinti più celebri del Caravaggio
Ecco i dipinti più celebri e rivoluzionari di Caravaggio, capolavori che hanno ridefinito l'arte barocca con il loro realismo drammatico e l'uso geniale della luce (chiaroscuro):
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### 1. Bacchino malato (1593-1594)
- Dove si trova: Galleria Borghese, Roma.
- Significato: Autoritratto giovanile, forse durante una convalescenza. Il giovane Bacco ha un volto pallido e ambiguo, simbolo di fragilità e sensualità.
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### 2. Canestra di frutta (1596)
- Dove si trova: Pinacoteca Ambrosiana, Milano.
- Significato: Considerato il primo "natura morta" autonoma della storia dell'arte occidentale. La frutta mostra imperfezioni e segni di decadimento, tipici del realismo caravaggesco.
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### 3. Vocazione di San Matteo (1599-1600)
- Dove si trova: Cappella Contarelli, Chiesa di San Luigi dei Francesi, Roma.
- Significato: La luce divina irrompe nell'oscurità, simbolo della grazia che chiama Matteo (pubblicano) alla redenzione. Uno dei massimi esempi di regia luministica.
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### 4. Giuditta e Oloferne (1599-1602)
- Dove si trova: Galleria Nazionale d'Arte Antica, Palazzo Barberini, Roma.
- Significato: La violenza cruda e teatrale della decapitazione, con Giuditta tra disgusto e determinazione. Un dramma psicologico fissato sulla tela.
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### 5. Morte della Vergine (1604-1606)
- Dove si trova: Louvre, Parigi.
- Significato: Rifiutato dai committenti per il realismo della Vergine (si dice modellata sul corpo di una prostituta annegata). La composizione è un lutto umano, non idealizzato.
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### 6. Davide con la testa di Golia (1609-1610)
- Dove si trova: Galleria Borghese, Roma.
- Significato: Dipinto negli ultimi anni di vita, Caravaggio ritrae sé stesso nella testa di Golia, simbolo di espiazione per l'omicidio commesso nel 1606.
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### 7. Cena in Emmaus (1601 e 1606)
- Versioni: Una alla National Gallery di Londra (1601), l'altra alla Pinacoteca di Brera, Milano (1606).
- Significato: Nella prima versione, Cristo è colto nel momento dell’epifania, con dettagli realistici (frutta marcia, ombre nette). La seconda, più cupa, riflette il tormento interiore dell'artista.
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### 8. Ragazzo morso da un ramarro (1593-1594)
- Dove si trova: Fondazione Longhi, Firenze (e una versione alla National Gallery di Londra).
- Significato: Un istante di sorpresa e dolore reso con straordinaria immediatezza. Il realismo del gesto e la luce fredda lo rendono iconico.
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### 9. Deposizione nel sepolcro (1602-1604)
- Dove si trova: Musei Vaticani, Città del Vaticano.
- Significato: Un dramma sacro senza retorica: il corpo di Cristo è sostenuto con fatica, i volti esprimono un dolore autentico. Influenza chiave per Rubens e Rembrandt.
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### 10. Narciso (1597-1599)
- Dove si trova: Galleria Nazionale d'Arte Antica, Palazzo Barberini, Roma.
- Significato: Il mito di Narciso è reso con un gioco di riflessi e un'ambiguità psicologica che anticipa temi moderni.
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### Perché sono rivoluzionari?
- Luce e ombra: Il chiaroscuro crea dramma e focalizza l'attenzione sul nucleo emotivo.
- Umanità del sacro: Santi e figure bibliche hanno volti popolari, segnati dalla fatica e dalle imperfezioni.
- Realismo crudo: Caravaggio usava prostitute, mendicanti e modelli del popolo, rifiutando l'idealizzazione rinascimentale.
Curiosità: Molti suoi dipinti furono rifiutati per "mancanza di decoro", ma divennero modelli per artisti come Rembrandt, Velázquez e Rubens. La sua arte è un ponte tra Rinascimento e Barocco, e ancora oggi suscita fascino per la sua intensità senza filtri.
Il Caravaggio e l'applicazione dei concetti Freudiani
L’applicazione dei concetti freudiani alla vita e alle opere di Caravaggio offre una prospettiva affascinante, anche se speculativa, per interpretare la sua personalità turbolenta e l’intensità drammatica delle sue tele. Ecco alcuni spunti psicoanalitici:
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### 1. Complesso edipico e conflitto con l’autorità
- Contesto biografico: Caravaggio perse il padre a 6 anni e crebbe in un ambiente segnato dalla peste e dall’assenza di figure paterne forti.
- Riflesso nelle opere: La sua ribellione alle istituzioni (Chiesa, legge) e la scelta di ritrarre santi come uomini umili potrebbero simboleggiare un conflitto con l’autorità paterna.
- Esempio: Ne La Vocazione di San Matteo (1599-1600), Cristo, figura autoritaria, irrompe con un gesto che ricorda la Creazione di Adamo di Michelangelo, ma in un contesto oscuro e terreno, quasi a negare l’idealizzazione rinascimentale del "padre" artistico.
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### 2. Sublimazione degli impulsi violenti
- Teoria freudiana: La sublimazione trasforma pulsioni inaccettabili (aggressività, sessualità) in atti socialmente accettabili, come l’arte.
- Applicazione a Caravaggio: La sua vita violenta (omicidi, risse) potrebbe aver trovato sfogo nella pittura.
- Esempio: In Giuditta e Oloferne (1599-1602), la decapitazione è resa con crudo realismo, forse proiezione di un desiderio inconscio di punizione o auto-distruzione. Analogamente, in Davide con la testa di Golia (1610), Caravaggio si ritrae come Golia, suggerendo un desiderio di espiazione per l’omicidio commesso nel 1606.
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### 3. Ambivalenza tra sacro e profano
- Freud: La tensione tra Es (pulsioni) e Super-Io (morale) genera conflitto.
- Caravaggio: Dipinge santi e madonne con modelli popolari (prostitute, mendicanti), mescolando devozione e realismo "scandaloso".
- Esempio: Morte della Vergine (1606) fu rifiutata per il corpo realistico della Madonna, modellato su una donna annegata. Questo contrasto potrebbe riflettere un conflitto interiore tra spiritualità e attrazione per il mondo marginale in cui viveva.
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### 4. Narcisismo e identità frammentata
- Autoritratti simbolici: Caravaggio si rappresenta in ruoli ambigui (Bacco nel Bacchino malato, Golia decapitato).
- Interpretazione freudiana: Questa autoriflessione potrebbe indicare narcisismo patologico o una ricerca di identità attraverso la proiezione di sé nel mito (vedi Narciso, 1597-1599).
- Psicologia dell’artista: L’uso di giovani efebi (es. Ragazzo con canestro di frutta) potrebbe celare una sessualità repressa o un’idealizzazione dell’adolescenza come età innocente perduta.
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### 5. Thanatos (pulsione di morte)
- Freud: La pulsione di morte (Thanatos) spinge verso autodistruzione o ripetizione del trauma.
- Caravaggio: La sua ossessione per martiri, decapitazioni e volti sofferenti (es. San Giovanni Battista, Deposizione) potrebbe riflettere un’attrazione inconscia per la morte, amplificata dalla sua condanna a fuggire dopo l’omicidio.
- Opera-chiave: In Davide con la testa di Golia, la testa mozzata è un memento mori che unisce auto-ritratto e simbolo di colpa.
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### 6. Rimozione e proiezione
- Rimozione dei traumi: La mancanza di documenti personali di Caravaggio potrebbe indicare una rimozione del passato (orfanità, violenza).
- Proiezione nell’arte: I suoi dipinti, con luci violentemente contrastanti (chiaroscuro), potrebbero rappresentare un inconscio diviso tra peccato e redenzione, come nella Conversione di San Paolo (1601), dove la grazia divina è un lampo che squarcia il buio interiore.
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### 7. Fissazione alla madre
- Ipotesi: La figura materna è assente nella sua arte (a parte la Vergine nella Morte), ma il realismo delle donne potrebbe riflettere un legame conflittuale.
- Freud: L’assenza di una madre idealizzata (tipica dell’arte sacra) potrebbe collegarsi a un’infanzia segnata dalla perdita e alla ricerca di figure sostitutive (protettori, amanti).
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### Critiche e limiti dell’analisi freudiana
- Storicismo: Applicare la psicoanalisi a figure del passato è anacronistico, poiché Freud interpreta l’inconscio attraverso categorie moderne.
- Ambiguo rapporto con la religione: Caravaggio visse in un’epoca di Controriforma, dove l’arte sacra aveva regole precise. Il suo realismo potrebbe essere più una sfida artistica che un sintomo psichico.
- Fonti limitate: Senza diari o lettere, ogni ipotesi resta speculativa.
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### Conclusione
Caravaggio, con la sua vita randagia e l’arte rivoluzionaria, incarna un caso studio ideale per la psicoanalisi: le sue opere diventano specchi di un inconscio tormentato, dove sacro e profano, violenza e redenzione, si scontrano. Tuttavia, come suggerirebbe Freud stesso, l’interpretazione rimane aperta: l’artista è sempre un enigma, e la sua arte un sintomo magnifico di un mistero irrisolto.
CARAVAGGIO FREUDIANO: L’OMBRA, IL SACRO E IL PERTURBANTE
1. L’Io lacerato tra impulso e legge Caravaggio appare come un soggetto dilaniato tra le pulsioni istintuali (Es) e le richieste del Super-Io religioso e sociale. Il suo stile di vita – violento, sensuale, sovversivo – si oppone costantemente alla morale ecclesiastica, ma è proprio questo conflitto che alimenta la sua potenza artistica. In Freud, l’arte è spesso una sublimazione delle pulsioni: in Caravaggio, la pittura sembra diventare il solo spazio possibile per riconciliare l'inconciliabile.
2. Il Sacro e il Profano come polarità pulsionali Nelle sue opere, Caravaggio unisce il divino e il corporeo, mostrando santi e madonne come persone reali, segnate dalla carne, dalla povertà, dalla fragilità. Questo accostamento non è solo provocazione, ma può essere letto come una compulsione a ripetere: il tentativo ossessivo di ricreare il sacro attraverso il profano, di redimersi mettendo in scena l’umano nel divino.
3. Il Perturbante (Das Unheimliche) Secondo Freud, il perturbante è ciò che ci appare familiare ma è al tempo stesso inquietante, perché riporta in superficie ciò che è stato rimosso. Caravaggio riesce a generare questo effetto: i suoi santi, i suoi martiri, sono troppo vicini a noi. Il sacro non è più "altro", ma è contaminato da una verità disturbante, troppo reale. È il ritorno del rimosso – della carne, della morte, della colpa – nel cuore del religioso.
4. La morte e il desiderio: Thanatos ed Eros Il gesto che lo condanna – l’omicidio – è carico di una tensione pulsionale che si riflette anche nelle sue opere. La morte è sempre presente, ma anche carica di sensualità. Pensiamo al “Giuditta che decapita Oloferne” o alla “Morte della Vergine”: c’è una erotizzazione della fine, un’attrazione per la distruzione che Freud chiamerebbe pulsione di morte (Thanatos). Ma è sempre accompagnata dalla bellezza sensuale della carne (Eros), creando un’ambiguità che ipnotizza e inquieta.
5. L’Ombra come proiezione psichica Nel film, il personaggio de “L’Ombra” può essere interpretato come una proiezione del Super-Io: l’occhio giudicante, interno ma esteriorizzato, che valuta se Caravaggio sia degno di grazia. È la personificazione del giudice interiore, che non smette mai di osservarlo, condannarlo, forse anche proteggerlo. Un po’ come nel sogno freudiano, dove le istanze psichiche si travestono da personaggi.
Perfetto. Un’analisi psicoanalitica del “Ritratto di Medusa” di Caravaggio, alla luce del celebre saggio di Freud “Il perturbante” (Das Unheimliche, 1919), e del tema della castrazione e dell’ambivalenza, apre un territorio affascinante dove mito, arte e inconscio si intrecciano.
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“Medusa” di Caravaggio e Freud: il volto dell’ambivalenza
1. L’opera
Caravaggio dipinge la Medusa attorno al 1597 su uno scudo cerimoniale. La testa della Gorgone è mozzata, ma il volto è ancora vivo, urlante, sorpreso. I serpenti sono i suoi capelli, e il sangue esce dal collo. È un'immagine che attrae e respinge, un’icona visiva della contraddizione emotiva.
2. Freud e la Medusa
Nel breve testo “La testa di Medusa” (Das Medusenhaupt, 1922), Freud interpreta il mito in chiave sessuale. Per lui, la testa mozzata della Gorgone rappresenta il terrore infantile della castrazione che sorge alla vista dei genitali femminili — percepiti come “mutilati”. I serpenti sulla testa di Medusa sono simboli fallici: una sovracompensazione per l’assenza, una difesa visiva contro l’angoscia.
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Ambivalenza: desiderio e orrore
La Medusa caravaggesca è colta nell’istante del morire ma anche del vedere. La sua espressione non è solo di terrore: è ambigua, contiene anche un'eco di stupefazione erotica. Questo doppio sentimento — attrazione e repulsione, vita e morte — è al centro della nozione freudiana di perturbante (Unheimlich): ciò che doveva restare nascosto e invece riaffiora.
> "Il perturbante è qualcosa che è stato a lungo familiare e che, attraverso un processo di rimozione, è divenuto estraneo" — Freud
Caravaggio riesce qui a materializzare quell’istante in cui l’oggetto rimosso (l’angoscia di castrazione, la morte, l’informe) torna alla vista, ma in forma travestita, simbolica, seduttiva.
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Lo sguardo pietrificante: un meccanismo di difesa
Lo sguardo della Medusa pietrifica chi lo incrocia. Freud lo interpreta come un meccanismo difensivo: la paralisi dell’Io di fronte all’irruzione dell’inconscio. Nella pittura di Caravaggio, tuttavia, siamo noi — gli spettatori — a essere esposti al suo sguardo: il quadro rompe la quarta parete, ci guarda.
Lo spettatore diventa colui che rischia di essere "pietrificato" dalla potenza del rimosso.
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Castrazione e identità
Caravaggio sceglie di autoritrarsi nel volto di Medusa. Questa identificazione con la figura castrante/castrata suggerisce un conflitto identitario profondo: egli è al tempo stesso vittima e carnefice, padre decapitato e figlio che guarda, maschile che teme il femminile. Qui l’ambivalenza freudiana tocca la psiche dell’artista stesso.
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Sintesi
Caravaggio, con Medusa, mette in scena:
La paura della castrazione in forma simbolica e visiva.
L’ambivalenza emotiva del perturbante freudiano.
La funzione difensiva dello sguardo (pietrificante come rimozione estrema).
La possibilità che l’arte stessa sia il luogo dove il rimosso prende forma, diventando immagine.
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