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Il narcisismo e i tratti narcisistici - conferenza del Dott. Maurizio Silvestri Psicologo ad indirizzo analitico

lo scritto preparatorio completo preparato per la conferenza tenuta dal 

Dott. Maurizio Silvestri 

il 12 luglio 2025 

presso il Circolo Arci di Quezzi a Genova

dal titolo

 Le nevrosi, i disturbi della personalita e il narcisismo modificano le qualita’ delle relazioni? e se si in che modo?


Oggi faremo insieme un percorso con cui entreremo nelle profondità dell'essere umano.

Interrogheremo l'amore per comprendere come questa forza è capace di portarci al di là di noi stessi.

Dedico la conferenza è l'amore che Anna mi ha fatto conoscere con lei

Cosa significa andare al di là di noi stessi?

Penso che l'esperienza morosa vi abbia dato un'idea di questa possibilità.

La persona amata viene elevata al di sopra del proprio io è Investita di un affetto speciale che ci permette di provare emozioni fortissime.

Queste emozioni crescono con il sentimento amoroso che abbiamo per l'altro.

L’io innamorato ti spinge a fare delle cose che sembrano impossibili e trasforma la propria visione della realtà vedendola con altri occhi.

Questo aspetto ci illumina sulla situazione che l'io vive nell'innamoramento. L'io si annulla di fronte all'oggetto amato si sente niente e la persona amata diventa tutto per lui.

Questa possibilità mostra che l'io innamorato è soggetto a fenomeni straordinari.

Questi fenomeni ci portano vicini alla scoperta dell'inconscio.

Perché? Un io innamorato è soggetto alle forze che l’inconscio è in grado di scatenare.

L'io innamorato è soggetto all'inconscio.

All'eros e allo strapotere del sentirsi uno e realizzato solo insieme all'amato.

Soggetto dell'inconscio ed io non sono  la stessa cosa ma nell'innamoramento questa relazione mostra lo strapotere che questo soggetto ha rispetto alla realtà.

Quando siamo soggetti all'inconscio in altre situazioni della vita? Quando sogniamo di notte quando fantastichiamo di giorno quando viviamo sintomi nevrotici che ci mostrano come la nostra volontà non è sufficiente a governare la nostra vita. Il soggetto dell'inconscio non è un'astrazione è una realtà è quella dimensione dell'uomo che è tanto reale da essere scambiata con ciò che è più vero. Il nostro corpo soggetto all'inconscio diventa una lavagna su cui si scrivono tutte le cose che non riusciamo a elaborare emotivamente il corpo parla e ci dice che può soffrire di ciò che noi non vogliamo accettare con noi stessi. La nostra mente può essere soggetta all'inconscio, come?

Formulando pensieri e elucubrazioni che non riusciamo a governare. Così si strutturano le emozioni i timori le ipocondrie che con il loro tormento mostrano all'io che non è solo.. Non è padrone in casa propria.

Io e soggetto non sono sovrapposti ma nell'innamoramento si uniscono in un unico fine. Realizzare il desiderio di essere Uniti con chi amiamo. Quando questa Unione non riusciamo ad ottenerla soffriamo sino a passare dalla passione al pathos che trasforma il desiderio in sofferenza. Siamo in questo caso soggetti a una sofferenza e questa sofferenza ha la dignità di un sintomo quando esprime la difficoltà di soddisfacimento del soggetto inconscio Diventiamo così ammalati di dipendenza dall'oggetto quando la sofferenza del distacco è maggiore della sofferenza della relazione. Il legame dettato dalla sofferenza ci mostra la verità del sintomo inconscio. Siamo legati a ciò che ci fa soffrire e l'io non riesce a sciogliere questo legame sentendosi impotente. Eccoci confrontati ad una verità non semplice da elaborare. Il legame con la sofferenza psichica si soddisfa nonostante la volontà dell'io di volerne uscire. Potremo così vedere le forme di dipendenza dell'uomo esempio: disturbi alimentari alcolismo dipendenze da sostanze Dipendenze affettive come una chiara manifestazione della presenza del soggetto dell'inconscio nella nostra vita. Freud inventò la psicanalisi per darci la possibilità di comprendere il soggetto dell'inconscio e ci mostra che noi tutti in quanto soggetti abbiamo un inconscio anche se non si mostra a cielo aperto come nelle situazioni patologiche.

La patologia ci mostra meglio la natura dell'inconscio e le dinamiche che lo governano.

Il sogno e il lapsus psicopatologia della vita quotidiana sono esempi della manifestazione dell'inconscio nella nostra vita. Questa introduzione ci permette di articolare il discorso del narcisismo in maniera più approfondita.

Il narcisismo sembra una eccezione  a tutto ciò che abbiamo esposto precedentemente.


L'amore per sé e l'amore per l'altro nel narcisismo si presenta in modo rovesciato rispetto al fenomeno dell'innamoramento. Dunque il narcisista non è soggetto all'inconscio? Cosa possiamo dedurre dalla situazione che il narcisismo ci mostra?

Fazioni patologiche parlo dei disturbi della personalità ovvero dei disturbi nel comportamento legati all'io del soggetto troviamo il narcisista come colui che nella sua condizione reale vuole ottenere l'innamoramento dell'altra per nutrire il suo io. Non vuole amare l'altro ma vuole amarsi a discapito dell'altro. Questo cosa ci mostra? Sentirsi amato per il narcisista significa poter sostenere il proprio io. Il suo strapotere sull’amato diventa forza per amarsi per legittimare il suo stesso io ad elevarsi rispetto a tutti gli altri. Il mito di Narciso mostra questo rapporto di Narciso con la sua immagine. Narciso ama se stesso ma attraverso quale via? Attraverso la sua immagine riflessa. Potremmo dire che l'innamoramento del narcisista non è per l'altro ma per l'immagine di sé. L'altro gli serve per nutrire questa immagine. Ma come ci mostra il mito di Narciso il rapporto con la sua immagine non è legato allo sviluppo della vita ma lo porta proprio alla sua dimensione opposta. Narciso per poter baciare la sua immagine cade nel lago e annega. Per una immagine traumatica quella che Narciso ci mostra e come ogni mito esprime una verità profonda legata all'essere soggetti di un sapere profondo. Il soggetto narcisista si Lega in qualche modo a un trauma. E come? Quello che ci fa pensare un po’ all'anomalia che subentra nel narcisismo è proprio il modo in cui si relaziona all'altro. È in grado di manipolarlo, di lasciarlo e fargli sperimentare angoscia e comparire senza dare motivazioni esponendo L'altro ad una umiliazione costante senza preoccuparsi di ciò che fa e soprattutto senza motivare. Il legame e l'attaccamento viene ad essere connotato da alti e bassi dalla love bombing e da ghosting. Questi termini sono quelli utilizzati dalla letteratura. Il lato della crudeltà dell'incoerenza sembra caratterizzare il comportamento narcisista. Si differenziano così a seconda del comportamento anche delle tipologie. Il narcisista cover coperto che sembra empatico per poi rivelare una insensibilità tremenda nel suo sparire. La relazione diventa così sintomatica ovvero mostra elementi conflittuali e colui che ne rimane schiacciato si trova a sviluppare dipendenze affettive legate a questa relazione sintomatica. Abbiamo imparato però che il sintomo porta in sé una verità tutta da decifrare. Come il sogno si presenta come una lettera indirizzata dall'inconscio, Il comportamento narcisista a chi si indirizza? Possiamo notare che solitamente questo comportamento si ripete con più persone. Le diverse relazioni contemporanee (tradimenti inclusi) O no mostrano un cliché. Abbiamo imparato a leggere la ripetizione come un elemento importante nella clinica. Ciò che si ripete non è un caso. Ciò che si ripete è un elemento fondamentale per poter svelare ciò che ci appare insensato soprattutto se nel suo ripresentarsi ci mostra qualcosa legato ad una sofferenza. Ecco la teoria eccoci allora possiamo comprendere che le ripetizioni di qualcosa che ci lega ad una sofferenza ci svela un aldilà di un piacere. Freud chiamerà questo al di là del principio di piacere il legame con qualcosa di forte che resiste al di là del bene e che tende a riproporre qualcosa. Il sintomo nevrotico conosce questa forza e la ripetizione dei sintomi la evidenziano. Ma cosa succede quando cerchiamo di bloccare la ripetizione del sintomo? Avete mai provato a bloccare l'azione di ripetitiva di un ossessivo? Avete mai provato ad impedire ad un ipocondriaco di farsi Gli esami medici? Quello che accade è il presentarsi dell'angoscia.  Ma l'angoscia che cosa è ? E soprattutto chi l'ha produce? L'angoscia proviene dall'io o dall'inconscio? Che rapporto c'è tra la paura e l'angoscia? L'angoscia è una paura senza oggetto. Qgni sintomo ha un oggetto Cibo sesso sostanze azioni sofferenze fisiche (psicosomatico) pareri, i legami dei sintomi rivelano il rapporto con degli oggetti che soddisfano un piacere che colmano un vuoto dentro di noi. Quel vuoto interno così evidente nei disturbi alimentari nella bulimia e dell'anoressia mostrano nei disturbi alimentari la natura della pulsione orale che si vuole Mangiare tutto per colmare il vuoto nella bulimia e il niente nella anoressia. Prendiamo il disturbo anoressico nella sua divora azione del niente l'anoressia compie una operazione vertiginosa…. Si identifica a quel niente e con il suo Essere anoressia porta al sintomo all'interno del suo io. Il sintomo diventa ego sintonico. Cosa vuol dire? Che il sintomo viene vissuto come una forza dell'io. Il cibo angoscia anoressico lo vive nella sua deformazione e quale deformazione attua l'anoressico? Deforma la sua immagine speculare. Si chiama dismorfia. L'io si rapporta alla sua immagine in maniera patologica. La sua immagine riflette le sue paure. La paura di ingrassare diviene il vedersi grasso allo specchio lo specchio parla all'anoressica delle sue paure. Il pentimento di aver mangiato diviene colpa e quella colpa alimenta un'immagine che soddisfa l'esigenza del suo sintomo quella di non mangiare. Il non mangiare è vissuto come una forza. Nutre una volontà che si contrappone al bisogno vitale per eccellenza quello di nutrirsi. L'immagine deformata rappresenta il conflitto del rapporto dell’ anoressico con il suo essere soggetto al rifiuto del cibo. In lotta contro se stesso in lotta contro il bisogno di nutrirsi si muove sul piano della pulsione autodistruttiva vissuto come una forza. La volontà dell'anoressia di dimagrire può portare alla morte. Può vincere la sua funzione vitale diventa autodistruzione. L'io può identificarsi al sintomo. L'identificazione può essere così una maniera di risoluzione di un conflitto inconscio. Freud parla di questa modalità di risoluzione quando ci parla in lutto e malinconia di una bambina di due anni e mezzo un bimbo molto affezionato e attaccato al suo gattino sperimenta la sua perdita.


Freud ci dice che a livello pulsionale noi non siamo in grado di rinunciare a nulla. Ma come facciamo quando sperimentiamo la perdita di ciò che ci è caro?

Freud ci dice che dobbiamo farcene una ragione e questo avviene con l'elaborazione del lutto.

Il lutto è una elaborazione avrete sperimentato in qualche momento della vostra vita cosa significa separarsi da ciò che ci è caro. Questo distacco che dobbiamo compiere perché l'esame di realtà ce lo impone ci fa soffrire più i ricordi sono belli più ci procurano dolore quando li rievochiamo con il lutto. Per farsi la ragione pulsionale di questa perdita significa passare attraverso questa elaborazione emotiva.

Freud ci spiega che il lutto è possibile a partire dai 5 anni. A 5 anni il bambino è in grado di poter pensare cose che prima per lui erano  irrapresentabili. Una di queste cose è il fatto che una persona cara non si possa più incontrare nella realtà. Prima dei 5 anni manca la possibilità di farsi un'idea di questa mancanza nella realtà di ciò che amiamo. Non ho detto che manca la rappresentazione, manca l'idea perché il concetto di morte e di sessualità a livello inconscio non ci sono. Proprio così. La morte e la sessualità si confrontano con un irrappresentabile. Le due pulsioni fondamentali dell'uomo ovvero la pulsione di vita eros Le due le due pulsioni fondamentali dell'uomo ovvero la pulsione di vita Eros manca della rappresentazione della sessualità come la pulsione di morte thanatos manca della rappresentazione della morte. Due vuoti stanno alla base della logica pulsionale umana.

Questo significa che inconsciamente ogni essere umano si deve arrangiare rispetto a queste due mancanze fondamentali.

Torniamo al nostro bambino di Freud. Il bambino di fronte alla perdita del micio Dopo due giorni incomincio a camminare a quattro zampe e a miagolare gli manca il gatto. Non può fare l'elaborazione della perdita quella perdita diventa un trauma. Come risolvere la questione il bimbo? Si identifica. Diventa l'oggetto che manca. Recupera con l'immagine del micio ciò che non riesce ad elaborare Della perdita. L'affetto per il micio diviene così l'affetto portato nell'io attraverso l'assunzione dell'immagine del gatto mancato. Perdita reale – trauma -soggetto inconscio - mentre al conflitto fra il provare affetto e il doverci rinunciare - rappresentazioni del micio - impossibilità di elaborare il distacco con il lutto vista l'età - Prendere quell'immagine con l'affetto all'interno dell'io l'io si identifica alle immagini del micio quello diviene un tratto di identificazione che crea nell'io un cambiamento. La perdita viene sostituita dalla identificazione. L'io diviene ego sintonico rispetto al sintomo. Il sintomo dunque a quest'età entrando nell'io non diviene più un conflitto tra la parte dell'es L'inconscio e l'io ma si sposta. Un po 'come avviene con le fobie le paure non elaborate vengono vissute come un problema esterno Non interno. L'io tiene a bada l'oggetto fobico per evitare una angoscia interna. L'oggetto conciante diventa quello esterno. La stessa cosa avviene nel caso di identificazione dell'io che risolve i traumi inconsci. L'idea dell'io diventa una idea speciale da assumere nell'io stesso. Freud parla di io ideale. Quell'ideale che conosciamo nell'innamoramento entra in azione in questo caso come possibilità crea un io ideale attraverso il ricordo del micio con il suo attaccamento affettivo E quell'ideale lo porto dentro di me. Divengo quell'io ideale mi identifico e non elaboro il conflitto questa modalità di relazionarsi al trauma crea dei sé Ovvero delle immagini di sé sfalsate rispetto alla realtà. Cout parlerà nei disturbi con tratti Narcisistici di falso se. Ovvero di immagini di se stesso dell'io sfalsato rispetto alla realtà. Sono nel cuore della questione perché qui abbiamo a che fare con il problema dei tratti narcisistici. I tratti narcisistici riguardano proprio quello introdurre nell'io attraverso identificazione quell'io ideale. Il narcisismo è un modo di soddisfare il sintomo portandolo dentro l'io. Il trauma nei disturbi narcisistici non viene elaborato ma portato nell'io. Questo significa che il conflitto proprio del sintomo non si trova tra l'io e l'es ma si trova tra l'io e l'altro. Il rapporto con la realtà con l'oggetto di amore diviene così un rapporto conflittuale. L'io con tratti narcisistici tratta l'altro esponendolo alle angosce e alle conflittualità proprie del suo trauma. Il rapporto con un io con tratti narcisistici tende a far emergere un lato Traumatico in cui l'angoscia viene a mostrare come l'incoerenza nel rapporto Con l'altro riguarda proprio l'immagine sfalsata che l'io ha di se stesso. I traumi che avvengono sotto i 5 anni più facilmente possono risolversi con tratti narcisistici. Ovvero attraverso soluzioni del conflitto con grandi modifiche dell'io l'io contratti narcisistici diviene difficile da gestire soprattutto quando si confronta con tratti legati al trauma. Molti Problemi non elaborati possono derivare da legami nell'infanzia problematici connotati da assenze emotive e personali importanti. In questo senso la loro modalità relazionale può connotare questo tipo di problematica diventando incostanti nella loro presenza emotiva e addirittura relazionale . Il loro sparire e ricomparire potrebbe mostrarsi ripetitivo nella relazione mostrando aspetti nostalgici. La fuga dalla loro elaborazione traumatica diviene così la natura del loro agire nella relazione mostrando modalità non risolte. Il principio psicoanalitico è quello dell'agire fuori il conflitto che si ha dentro il termine tecnico in psicanalisi è acting out. Questi agenti esterni sono più forti della volontà dell'io. Molte volte sono legati all'unica soluzione che l'io attua rispetto ad una difficoltà di elaborazione. Nelle patologie narcisistiche diviene difficile distinguere l'incapacità di intendere e di volere dalle azioni di violenza attuate nella patologia con il nome di  acting out. Molti agiti violenti dal nome “acting out”  che portano a azioni criminali possono essere  sperimentati dall'io nella sua lucida consapevolezza di fare finire un dolore ed un'angoscia insopportabili all’interno di se stessi. Attraverso la violenza sugli altri l’io narcisistico cerca di liberarsi da un dolore insopportabile. Poter distinguere un acting out da un'azione voluta nella lucidità di voler fare del male non e’ semplice nelle patologie narcisistiche. Questa sottile differenza nel distinguere  un crimine compiuto in una incapacità ad intendere e a volere rispetto a una volontà criminale, la lasciamo agli esperti del settore.

Quello che ci preme è che il tratto narcisistico agisce il trauma sull'altro invece di elaborarlo. Si tratta di tratti narcisistici in relazione ad aspetti maligni quando vengono agitazioni malevoli sugli altri che lasciano trasparire cattiveria. Ci sono però anche altre modalità che non sono malevoli e che non procurano danni ma che mostrano un rapporto squilibrato nella relazione con l'altro. Questa identificazione si chiama io ideale e se il tratto di identificazione positivo possiamo trovare tratti narcisistici che non si muovono su rappresentare il bene. Questo avviene quando questi io ideali introdotti nella persona sono di valore e riguardano la tutela della cura dell'altro. Potremmo così parlare di disturbi della personalità come dei disturbi che riguardano l'io rispetto a fattori specifici. Abbiamo così le categorie tra i borderline Tutti sociali eccetera ma queste micro categorie hanno alle spalle sempre storie  e esperienze soggettive. Dentro un disturbo dell'io c'è sempre una questione dell'io irrisolta. Non è detto inoltre che i tratti narcisistici debbano sempre divenire patologia. Abbiamo L'esempio dei tratti che a partire dal processo di identificazione come soluzione del conflitto divengono dei tratti di carattere. Il tratto del carattere soprattutto se è legato a modalità che procurano Un ostacolo della parte vitale può essere un tratto dell’ identificazione dell'io. Un esempio. Vi è mai capitato di sentire che una persona con l'avanzare dell'età diviene sempre più simile al genitore con cui ha avuto le problematiche maggiori? Bene questo è un esempio che il conflitto irrisolto viene portato dentro l'io con il disarmante risultato della persona di  comportarsi proprio come il Genitore in quella maniera che dava così fastidio. Questo è un esempio di ripetizione e quando avviene con i figli il pericolo è quello di Attivare una catena inconscia che si ripeterà nelle generazioni future. Si trasmette sotto forma di agito proprio ciò che non si era imparato. Interrompere questa catena però può essere davvero provvidenziale per evitare che i figli si ritrovino addosso le dinamiche irrisolte. I traumi dopo 5 anni hanno più possibilità di essere elaborati con modalità non identificatorie. Freud collega questa possibilità all'elaborazione del complesso di Edipo. Il desiderio con il complesso di Edipo trova una via simbolica per potersi rappresentare. Edipo permette di attenuare la perdita del primo oggetto del bambino ovvero la madre. Le cure della madre sono la parte che crea il primo rapporto di oggetto. Questo significa che il primo oggetto d'amore è la madre sia per il bambino che per la bambina. È il primo riferimento. Questo ci spiega anche il motivo della differenza fra i sessi. Le donne nella loro crescita debbono compiere un cambio di oggetto passare dalla madre al padre. I maschi rimangono ancorati al primo oggetto, quello materno. Le donne debbono elaborare il rapporto con l'immagine della madre uscendo dal conflitto per potersi sentire donne. Separazioni conflittuali lasciano dei vuoti in questo passaggio. Donne che non si apprezzeranno come donne che si ritrovano a doversi chiedere che cosa è una donna mettono bene in rilievo che il desiderio femminile va al di là dell'essere madre. Interrogare la sessualità femminile significa andare al cuore del problema della pulsione dell'eros.

Il desiderio procede dunque sempre da un io diviso e come ci insegna Freud e Lacan la sessualita’ e’ uno degli elementi fondamentali relativi all’inconscio che crea la possibilita’ della soggettivita’ in questa divisione.

Siamo soggetti perché siamo desideranti il desiderio deriva dalla differenza da sé. Rappresentare ciò che ci rende sessuati implica trovarsi in una dimensione di invenzione. La sessualità e la possibilità di vivere la pulsione dell'eros Come motore vitale. Unirci con l'altro significa mettere in gioco il desiderarla significa ritrovarsi come uomini e donne attraversati dal desiderio. Ho accentuato questa dimensione per evidenziare che il sessuale non è il sesso. Il soggetto è soggetto all'inconscio ovvero al desiderio che lo rende attivo nella sua prospettiva di ricerca vitale. Un desiderio che non ha Oggetto predeterminato ma mobile. In questo senso il sessuale ci porta la via aperta che nelle nevrosi mostra il conflitto più grande nei sintomi. I sintomi mettono in rilievo che xxxxx il soddisfacimento trova sempre una via di soddisfazione anche nella patologia. Le nevrosi si rapportano a questa contrapposizione dell'io e dell'es . L'ideale che abbiamo visto nell'identificazione a volte porta dentro la dimensione familiare attraverso la formazione dell'ideale dell'io. L'ideale dell'io e il super-io. Rappresentante della legge. Una legge che dovrebbe regolamentare il Desiderio ma quale legge può funzionare se non possiamo rinunciare a nulla? L'ideale dell'io ovvero il super-io si struttura con l'edipo ed è la possibilità di introdurre la legge morale all'interno dell'inconscio.

Il motivo della perdita è l'elemento in grado di zittire e fare angosciare l’io diviene così una istanza psichica dopo i 5 anni. Si Porta dentro di sé qualcosa che si soddisfa rispetto ad un conflitto.

Il rinunciare all'affetto materno porta così ad un godimento che il super-io incarna con la sua presenza. 

L’istanza del super io soddisfa una esigenza quella di doversi adeguare ad una regola.

Vedremo come super-io ha un ruolo di censore  e di potere nei riguardi dell'io.

Potremmo vederlo come l'incarnazione dell'autorità morale all'interno della persona.

Partecipa all'economia pulsionale   come Freud evidenzia con l’umorismo e il motto di spirito.

Questi passaggi relativi alla visione dell'io come cipolla legato ad identificazioni successive di Freud sarà affiancata a quello di lacan con lo stadio dello specchio. L'immagine mette ordine rispetto ad un corpo vissuto come frammentato. Ci spiega Lacan. L'immagine dello specchio è vissuto come l'immagine del simile  quello che i post freudiani chiameranno se. Lacan differenzia dunque la formazione di un io non patologico da un io patologico.

Abbiamo incominciato a trattare l'argomento attraverso la trattazione dei tratti narcisistici. Penso che questo argomento meriti una discussione più ampia e l'occasione di trattare il tema della coscienza l'abbiamo in progetto a settembre con Luigi affinché possa essere un'ottima possibilità per approfondire il tema. L'io si presenta sempre più come una dimensione da indagare con le sue specificità e le sue funzioni così importanti per elaborare l'equilibrio dell'uomo. Tra l'elaborazione della realtà il soddisfacimento pulsionale e l'adeguamento alle regole sociali. Una coscienza al servizio di istanze psichiche molto diverse, un mediatore che si può ammalare e che può portare in sé traumi e soddisfacimento funzionali non semplici da elaborare. La coscienza ci rivela così una funzione che indossando occhiali particolari può deformare la sua visione di se stessa e degli altri. Questo ci porta ad indagare ancora meglio le connessioni tra il soggetto e l'io tra il conscio e l'inconscio tra sintomi e i traumi mettendo in rilievo che l'uomo è il risultato di un insieme di forze che agiscono molte volte al di fuori e all'insaputa dell'io evidenziando come il lato razionale Possa essere rappresentato come la punta dell'iceberg su cui si regge la struttura psichica dell'uomo.


Ringraziamenti:

Ringrazio personalmente il Dott. Fabrizio Passaro per il lavoro di trascrizione fatto dagli appunti della conferenza al presente scritto, curato nei minimi dettagli con attenzione e accuratezza. Senza il suo prezioso apporto non avremmo questa trascrizione digitale, e di questo devo rendergli merito ed esprimergli la mia più profonda gratitudine.



 
 
 

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